Tesi per il Diploma:
Scuola di Naturopatia online FRAMENS
Le querce e l’uomo
Miti, morfologia ed utilizzi terapeutici
Anno Accademico 2018/2019
Relatore: Luigi Piccolo
Candidata: Valentina Passariello
Oggetto di questo lavoro è una raccolta di dati interdisciplinari sulle querce, in modo da porre delle coordinate conoscitive generali sul rapporto fra gli esseri umani e questi esseri vegetali.
Alcuni dei dati qui riportati non sono tra loro direttamente confrontabili in termini di “scienza normale”. In particolare, quelli provenienti dalle tradizioni storiche sono, all’apparenza, eterogenei rispetto quelli della tassonomia botanica e dell’impiego terapeutico di questa essenza vegetale.
Si tratta tuttavia di dati irrinunciabili se si vuole addivenire ad una conoscenza umana –antropologica in senso reale- del rapporto che lega da sempre l’uomo alle querce.
Per tale motivo viene considerata e svolta, nell’introduzione e nelle conclusioni, una riflessione sul Metodo Osservazionale adoperato per l’acquisizione dei dati complessivi. Si tratta di dirigere consapevolmente l’attenzione non soltanto verso i dati in terza persona (cosiddetti oggettivi), ma anche verso quelli in prima e seconda persona, cioè soggettivi (intersoggettivi, più esattamente, in quanto appartenenti a culture) e relazionali.
Non si tratta di un’originalità di Metodo, ma della riproposizione consapevole del tipo di osservazione tradizionale della Natura che percorre la storia umana da sempre ed ha avuto testimoni eccellenti, da Patanjali (in area indiana) a Paracelso (in Europa). È lo stesso Metodo che, in epoca moderna, è stato diverse volte riproposto da alcuni maestri nell’osservazione fenomenologica – citati nel testo- come Heidegger, Varela, Capra (riguardo l’aspetto epistemologico), Goethe (riguardo la morfologia), Steiner (riguardo i rapporti micro-macrocosmo), gli spagiristi (riguardo le preparazioni), Hahnemann e Bach (riguardo la terapeutica).
La “osservazione in profondità” (come è chiamata nella tradizione taoista) e senza preconcetti è il fondamento per ogni conoscenza umana e la base per ogni scienza. La composizione possibile tra il riduzionismo a-priori (proprio della scienza tecnologica corrente) e le visioni olistiche passa attraverso uno statuto scientifico che accetti la complessità interdisciplinare e consideri imprescindibile una trasformazione dell’osservatore di fronte l’oggetto.